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Prime Esperienze

Valentina


di Django86
29.04.2020    |    891    |    1 9.8
"A differenza delle altre, V sembrava molto interessata alle mie proposte..."
Dopo anni di utilizzo tinderiano mi trovavo tutto d’un colpo bannato a vita da quella che per anni era stata la mia app preferita. Bannato per la pubblicazione di un di black/hot meme fra le foto del profilo. Nessuna possibilità di poter rientrare, né tramite numero di cellulare, né tramite profili social. Bannato. Eliminato. Per sempre. All’inizio non ci davo troppo peso, mi ero appena iscritto ad Annunci69 con profilo da singolo. Avevo già qualche conoscenza e quindi riuscivo a ritagliarmi le mie giornate alla maison con splendide compagne di “viaggio”. Il profilo su A69 lo utilizzavo per lo più per curiosare, leggere racconti erotici, organizzare saltuariamente incontri a 4 e scrivere svogliatamente a singole del sito che quasi sicuramente neanche avrebbero letto il mio messaggio.
Dicevo, bannato da tinder, l’app che ai tempi mi aveva fatto conoscere la donna che sarebbe stata poi la miccia che mi avrebbe portato al mondo della lussuria nella sua accezione più trasgressiva: lo scambismo. Decisi quindi di scaricare un’altra “happn” di incontri che conoscevo già, ma che la trovavo più per “fighetti”.
Il mio approccio con le rarissime donne con cui riuscivo a matchare era schietto e deciso, come il mio carattere. Non lasciavo spazio ad interpretazioni fuorvianti. Volevo solo scopare e godere delle meraviglie che questo mondo mi aveva fatto conoscere.
In una noiosa giornata di dicembre cominciai a chattare con V. A differenza delle altre, V sembrava molto interessata alle mie proposte. Le raccontai le mie esperienze nei club, la mia personale storia che mi aveva portato ad entrare in questo modo e tutte le fantasie che desideravo esaudire. Glielo raccontai senza filtri e senza utilizzare parole da chierichetto samaritano. Sentivo d’altro canto nelle sue parole la curiosità di sperimentare e la voglia di trasgredire. Riuscivo a percepire la sua frustrazione nel aver represso quelli che, entro poco, si sarebbero trasformati da semplici pensieri a pura realtà.
Le proposi tutto e subito, come piace a me. Ma come piace a me non era il modo giusto di approcciare una donna che si affacciava in punta di piedi. E lei me lo fece notare, facendomi capire che sì, potevo abusare di lei, ma non subito. Necessitava di un approccio soft, che ne ero sicuro, mi avrebbe regalato grosse soddisfazioni.
Decidemmo di organizzare un incontro vis a vis per guardarci negli occhi, conoscerci e parlare di quello per cui il fato aveva deciso di farci incontrare.
Ci trovammo in una nota località lacustre deserta, scegliemmo un barettino qualsiasi ed entrammo con quel pizzico di tensione misto a curiosità classico dei primi incontri. Trovammo un tavolino appartato perché eravamo ben consci che i nostri discorsi non sarebbero stati visti di buon occhio da commensali bigotti. La tensione iniziale durò neanche il tempo di sedersi.
Subito notai quei suoi seni dirompenti che gridavano pietà dentro quel reggiseno che ne fasciava le curve. Non potei immaginare altro dato che il clima non permetteva di scoprire di più, ma gli occhiali da porca che indossava mi avevano già fatto girare la testa. In cuor mio, e non sono nel cuore, la speranza era di poterla liberare ben presto di quelle vesti, non solo fisiche, che la coprivano e la schiacciavano dentro quella sua scatola di casta purezza.
Parlammo di sesso, di orge, di club, del nostro passato. Lei niente ancora aveva sperimentato di tutto questo. Tutti i suoi compagni avevano solo che represso questa sua voglia di evadere dalla casta routine. Il sesso vanilla era l’unico che fino ad ora le aveva dato piacere. Capii subito che aveva solo bisogno di trovare qualcuno che le aprisse gli occhi e le levasse quell’aurea da brava ragazza che si era cucita addosso nel tempo. Ed io ero lì per quello! Desideravo scoprire il suo lato da troia, esaltare il suo essere porca e godere avidamente di tutto questo.
Finito il drink che ci stavamo bevendo le proposi di venire con me. Cercò timidamente di richiudere quella porta che ero riuscito a spalancare durante la conversazione, tentennando alla mia richiesta, ma ormai era come risucchiata da questo vortice di passione che le avevo fino a quel momento solo raccontato. Volevo la sua figa e sono sicuro che anche lei non sarebbe tornata a casa senza aver preteso un orgasmo da quell’incontro.
Ci trovammo in un attimo a varcare la soglia della stanza. Come un lupo mi avventai su di lei assaporando fin da subito il gusto delle sue splendide labbra. I suoi vestiti non durarono molto e in un attimo la mia bocca assaporò il gusto della sua splendida figa. “Te lo ha mai detto nessuno che hai una figa bellissima?” le dissi. Lei forse intimidita da questa inconsueta esclamazione mi ringraziò e continuo a godere del momento. La mia lingua era ormai dentro di lei. Potevo sentire il suo clitoride ingrossarsi e pulsare fra le mie labbra. I suoi sospiri e i suoi mugugni si facevano sempre più intensi mentre sentivo i suoi umori colarmi fra labbra e mento. Il suo corpo fece un breve sussulto quando le mie dita si fecero spazio all’interno di lei, e i suoi gridolini si fecero sempre più intensi.
Non passò molto che da vorace mi prese il cazzo in bocca assaporandolo interamente senza ritegno. La sua fredda mano custodiva i miei coglioni mentre la sua lingua lavorava sulla mia cappella indurita da quella situazione che già avevo immaginato nei giorni precedenti. Mi guardava con quegli occhi carichi di passione come ad implorarmi di scoparla subito e senza andare oltre. Il suo desiderio fu presto esaudito. La scopai subito con forza, come piace a me, sicuro che a quell’appuntamento non era venuta certo per farsi accarezzare o per farsi penetrare dolcemente. Aveva bisogno di forza, di dominazione, di qualcuno che la trattasse da troia e che la facesse sentire desiderata come forse mai prima d’ora.
Mi implorava di non fermarmi, di pomparla con tutta la forza che avevo. Nella stanza echeggiava un concerto hard rock provocato dallo sbattere delle sue chiappe sulle mie gambe, accompagnato dalle nostre urla di piacere reciproco. Invidia per i vicini! La sua figa non ebbe un attimo di tregua: cazzo, saliva, lingua dita. Entrò pure un piccolo vibratore che avevo portato per l’occasione. Sembrò apprezzare quel giocattolo che mi confessò poi mancargli nelle sue mura domestiche. Non esitai a lasciarglielo a fine serata.
Anche il suo culo ebbe la giusta attenzione. Dapprima il mio dito, che gli profanava quel timido buco all’inizio restio ad aprirsi, ma che poi ricevette il mio cazzo senza troppi convenevoli.
Arrivato il momento per me di godere la presi per i capelli tirandola dolcemente verso il mio cazzo. Il mio sperma esplose sulla sua faccia, colandole poi su quei seni che ancora presentavano due capezzoli turgidi e vogliosi di nuove attenzioni.
Ebbi bisogno di qualche secondo per riprendermi, giusto il tempo per vedere nei sui occhi ancora la voglia di continuare a godere. Era insaziabile, voleva godere e voleva trasgredire. Sembrava come se in un attimo avesse deciso di liberarsi da quelle vesti da brava ragazza e avesse deciso di lasciarsi andare completamente. Decisi allora di tirar fuori la corda appena acquistata ed improvvisare una sessione bondage. Le sue tette enormi vennero quindi legate e avvolte da quella corda ruvida e dura, mentre la sua figa fu costretta fra due lembi di fune che lasciavano giusto intravedere il suo splendido clitoride. Giusto il tempo per qualche foto ed il mio cazzo volle subito riappropriarsi di quel corpo.
Ricominciammo a scopare e fu maledettamente di nuovo selvaggio, preludio di quello che poi si rivelò il primo di una serie di incontri che ci portò a condividere insieme il mondo dello scambismo.
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